Spesso si associa la malattia celiaca all’intolleranza al lattosio. Ma queste due condizioni sono correlate solo da sintomi comuni, o esiste un nesso vero e proprio?

Partiamo dal presupposto che sia l’intolleranza al lattosio, che la celiachia, appartengono alle cosiddette patologie gastrointestinali

Tuttavia, questi disturbi sono spesso difficili da differenziare, perché ogni condizione condivide sintomi comuni, che possono contribuire a ritardare la diagnosi.

Ma mentre la celiachia è una malattia autoimmune (e non una intolleranza al glutine) nota come enteropatia cronica, causata dal glutine, proteina presente nel frumento, orzo, grano duro e tanti altri cereali (si può consultare per maggiori informazioni il sito dell’associazione italiana celiachia); l’intolleranza al lattosio è causata da una carenza dell’enzima lattasi, deputato alla digestione dello zucchero del latte (il lattosio per l’appunto).

I sintomi della celiachia sono molto vari e coinvolgono, molto spesso, il tratto gastrointestinale causando: diarrea, perdita di peso, distensione addominale, gonfiore, dispepsia e flatulenza

Il dolore può essere localizzato specificamente nell'addome inferiore destro e anche accompagnato da una massa palpabile, sollevando sospetti di appendicite o morbo di Crohn. 

Le manifestazioni sistemiche, invece, includono emicranie, stanchezza cronica, depressione, irritabilità, dermatite, ulcere aftose orali, anoressia, dolori articolari, insufficienza della crescita, pubertà ritardata, amenorrea, menopausa precoce, ridotta fertilità.

Dei sintomi dell'intolleranza al lattosio ne abbiamo già discusso ampiamente in questo articolo, e come possiamo notare alcuni, relativi all’apparato gastrointestinale, sono sovrapponibili.

Interessante è come la celiachia possa essere associata a deficit di lattasi, che conduce a una conseguente intolleranza al lattosio.

Il deficit di lattasi o ipolattasia, può essere suddivisa in tre tipologie:

  • Congenita, una condizione autosomica recessiva, estremamente rara.
  • Primaria, è una condizione autosomica recessiva derivante dal declino fisiologico dell'attività lattasi delle cellule intestinali, che non si verifica prima dei due anni di età.
  • Secondaria, nota anche come deficit temporaneo di lattasi, si verifica quando un danno alla mucosa provoca atrofia dei villi dell'intestino tenue. Questo accade a seguito d’infezione da rotavirus, celiachia, giardiasi, morbo di Crohn, e altro.

È proprio quest’ultima forma, pertanto, che compare a seguito di malattia celiaca non trattata.

L'intolleranza al lattosio risulta, perciò, aumentata nei pazienti con morbo celiaco per due motivi:

  1. a causa di una ridotta secrezione di tripsina, un enzima pancreatico che attiva la lattasi,
  2. a seguito del danneggiamento della mucosa intestinale, in cui normalmente è presente l’enzima lattasi.

Per la diagnosi di celiachia è utile eseguire le analisi del sangue e valutare la presenza di anticorpi specifici, che appartengono alla classe delle IgA. A seguire, negli adulti, viene eseguita la biopsia intestinale.

In caso di esito positivo, è necessario seguire una dieta, innanzitutto priva di glutine (unica terapia possibile) ed associarla ad una dieta priva di lattosio almeno nei periodi iniziali, finché la mucosa intestinale non venga ripristinata.

Bibliografia 

  • Abenavoli et al. (2015). “Nutritional profile of adult patients with celiac disease”. European Review for Medical and Pharmacological Sciences.  
  • Hurduc et al. (2017). “Lactose intolerance: new aspects of an old problem”. BMJ journal Volume 102 - Suppl 2.  
  • Karlen E. Luthy et al. (2017). “Differentiating Between Lactose Intolerance, Celiac Disease, and Irritable Bowel Syndrome-Diarrhea” The Journal for Nurse Practitioners – JNP. 
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Dr. Marco Verducci

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